La vicenda Ilva si fa sempre più complessa, tra accuse e vicende che emergono dal passato. Con una lettera a Mario Monti, il presidente dei Verdi Bonelli ha fatto risaltare un possibile problema di conflitto di interessi nell’ iter decisionale sul destino dell Ilva. Tra i componenti della commissione ministeriale Aia, cui spetta rilasciare l’ autorizzazione integrata ambientale, spicca un nome già noto al gruppo Riva: Mauro Rotatori, chimico del Consiglio nazionale di ricerca. Egli nel 2009 si occupò di monitorare le emissioni gassose dell’ impianto di agglomerazione e , successivamente, esaminare le diossine provenienti dall’ impianto. I risultati della sua ricerca non furono mai resi noti, nonostante le insistenti richieste dell’ Arpa Puglia e dei precedenti ministri all’ Ambiente. Inoltre, quelle rilevazioni rientrerebbero tra le poche mai effettuate. Il Cnr giustificò la segretezza dai dati, affermndo che si trattava soltanto di un’ azione consultiva per l’ azienda privata.
Lo stesso Rotatori ora si trova a decidere se l’ Ilva chiuderà o meno i battenti. Clini vede di buon occhio la presenza di chi già ha avuto a che fare con le sostanze inquinanti dell’ Ilva. Già nel 2009, Rotatori propose alcune tecniche d’ inervento per ridurre il pericolo emissioni.
Fatto sta che in questo intrigo di relazioni poco chiare, la cosa meno considerata sembra essere proprio la salute dei lavoratori.
Claudia Morelli