L’arcivescovo Pietro Parolin, veneto, sarà a partire dal prossimo 15 ottobre il nuovo Segretario di Stato Vaticano, nominato da Papa Francesco. Lo ha reso noto padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana. Parolin, 58 anni, ad oggi Nunzio Apostolico in Venezuela, sostituisce nella carica il cardinale Tarcisio Bertone.
A capo della Segreteria di Stato Vaticana torna un diplomatico. Da più di ottant’anni il Segretario di Stato non era stato così giovane. Dobbiamo risalire al 1930 quando alla Segreteria di Stato fu nominato un certo Eugenio Pacelli, poi Pio XII.
La Segreteria di Stato della Santa Sede di Roma è il più antico e importante dicastero della Curia Romana. Il Segretario di Stato della Santa Sede è considerato il “primo ministro” della Città del Vaticano.
L’ammonimento che domenica 1 settembre papa Bergoglio ha rivolto a tutto il mondo perché inizi una nuova era di pace, si concretizza nella scelta di un diplomatico del calibro di Mons. Parolin: un uomo di dialogo. Si torna dunque alla scuola di Paolo VI, all’uso della parola per dirimere le questioni internazionali che attanagliano il nostro tempo. “Mai più la guerra!” ha affermato domenica il Papa all’Angelus, perché “la guerra chiama guerra, la violenza chiama violenza”. Incontri e negoziati alla luce del Vangelo saranno le due parole che guideranno l’azione del nuovo Segretario di Stato Vaticano, che non è nuovo a questo tipo di impegno.
“Desidero esprimere profonda e affettuosa gratitudine al Santo Padre, – ha affermato mons. Parolin – per l’immeritata fiducia che sta dimostrando nei miei confronti, e manifestargli rinnovata volontà e totale disponibilità a collaborare con Lui e sotto la Sua guida. Questa è una sorpresa di Dio nella mia vita e, soprattutto, ne sento l’intera responsabilità, perché mi affida una missione impegnativa ed esigente, di fronte alla quale le mie forze sono deboli e povere le mie capacità”.
Il compito che lo attende non sarà solo di mediazione nei confronti del mondo esterno, ma anche all’interno della stessa Curia romana. Niente più carrierismo all’interno della Chiesa, ma trasparenza e rinnovamento delle istituzioni ecclesiastiche.
Le questioni internazionali richiedono attenzioni e capacità diplomatiche su più fronti. La Cina, di cui Parolin si è già occupato come viceministro degli Esteri, in cui la restrizione della libertà religiosa non permette ai fedeli di vivere liberamente la propria fede. Stando alle stime della “Laogai Research Foundation” i fedeli della cosiddetta “chiesa sotterranea” sarebbero circa 16 milioni. Il Medio Oriente in cui si registra un calo della popolazione cristiana, e poi la Siria, con tutte le drammatiche notizie che ci giungono da qualche tempo e ancora la Nigeria, il Kenya, l’Egitto, ecc..
L’arcivescovo Parolin, assumendo l’incarico di Segretario di Stato, come da tradizione ormai consolidata da Innocenzo X in poi, al primo concistoro utile sarà creato cardinale.
Con la scelta dell’arcivescovo Parolin alla Segreteria di Stato, papa Francesco dimostra ancora una volta di essere non soltanto il “Papa buono”, che si fa vicino a chi soffre telefonando e cercando un contatto diretto e personale, ma soprattutto, il profeta, il lucido riformatore della Chiesa che con la scelta del suo nome, Francesco, aveva annunziato di essere al mondo intero.
Il Papa continua a fare storia con la sua visione della Chiesa e del mondo, uscendo dagli schemi consolidati e sclerotizzati della Curia romana e cercando nuovi linguaggi e volti nuovi per una Chiesa che “semper reformanda est”!
Maria Raspatelli