Lo avevamo preannunciato, ed i fatti ci hanno dato ragione: Renzi, con una procedura informale ha nominato i sedici ministri, omettendo un’analisi politica le cui conseguenze non ci offendono ma ci fanno intendere chiaramente che si tratta solo di un rimpasto concordato con il Capo dello Stato che in questo ultimo anno ci sembra stia andando oltre quelli che sono i suoi poteri e la sua terzietà. Non c’è un ministro del Sud, nato e cresciuto e residente in questo nostro profondo Sud che piange proprio le conseguenze di una classe politica senza spina dorsale che a nostro parere dovrebbe rispondere a questo ulteriore schiaffo disertando il voto di fiducia di lunedì. Come si può votare a favore di chi disdegna il riconoscimento delle problematiche di questa parte d’Italia che nei decenni scorsi ha arricchito le industrie del nord venute a costruire le cattedrali nel deserto nei nostri territori. Dopo Aldo Moro, il vuoto assoluto, ora speravamo in una inversione di tendenza, invece nella continuità d sempre si finge di non accorgersi che l’Italia non finisce a Roma e che proprio in questa nostra regione Puglia Matteo Renzi ha ricevuto una consistente spinta verso il vertice del PD, grazie a quel Michele Emiliano che nella nomina a Ministro ci sperava e che solo per scaramanzia diceva di non essere interessato ad un dicastero che equilibrasse in parte il nord con il Sud. Noi ci auguriamo che almeno tra i sottosegretari ci sia posto per il sindaci uscente di Bari e che in mancanza di altro tra due mesi potrebbe ritornare a fare il magistrato.
Lucio Marengo