Nella festività dei Santi Pietro e Paolo, Papa Francesco imponendo il pallio a ventiquattro arcivescovi metropoliti, durante l’omelia ha detto: “Il nostro vero rifugio è la fiducia in Dio: essa allontana ogni paura e ci rende liberi da ogni schiavitù e da ogni tentazione mondana”.
Il Santo Padre individua nel potere, nelle gratificazioni e nell’orgoglio, tre sottili tentazioni dalle quali un buon vescovo deve stare alla larga.
Come ha fatto con Pietro, dice Papa Francesco, “Il Signore ci libera da ogni paura e da ogni catena affinché possiamo essere veramente liberi”. Questa libertà di cui parla il Papa, deve contraddistinguere l’operato di un vescovo, che deve spendere tutta la sua vita per la Chiesa e per il popolo di Dio a lui affidato.
Per essere veramente liberi, il Santo Padre indica anche la strada: “E’ la fiducia in Dio il nostro vero rifugio, essa allontana ogni paura e ci rende liberi da ogni schiavitù”.
E’ quanto mai attuale il pensiero del Papa che individua nella paura la causa della tentazione di alcun Vescovi nei confronti del potere, dell’autocompiacimento e della tentazione mondana. E’ la lucidissima lettura di una società contraddistinta da quella che il famoso sociologo polacco, Zygmund Bauman, ha chiamato “paura liquida”. Papa Francesco è un Papa che legge in modo attuale la società, seguendo le linee della sociologia , utilizzando le analisi da essa offerte per comprendere meglio la stessa e proporre a questo mondo una prospettiva nuova.
Cristo è la certezza che dissolve ogni paura, anche la paura liquida. Questa, infatti, afferma Bauman è una paura così largamente diffusa, che non si riesce più a distinguere chiaramente di cosa si deve aver paura e cosa invece è inventato per costringerci a desiderare cose di cui non abbiamo più bisogno. E da questa paura, dice il Papa, nemmeno i vescovi sono immuni. Per questo motivo Francesco li esorta a chiarire la causa della propria paura e a capire dove si ripone la propria certezza.
Il vescovo, infatti, non ha una responsabilità solo personale, ma ha responsabilità anche nei confronti di un popolo che gli è stato affidato. La Bibbia afferma: “Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo” (Ger 23).
Rivolgendosi ai vescovi il Papa ha detto: “Noi – mi domando –, cari fratelli Vescovi, abbiamo paura? Di che cosa abbiamo paura? E se ne abbiamo, quali rifugi cerchiamo, nella nostra vita pastorale, per essere al sicuro? Cerchiamo forse l’appoggio di quelli che hanno potere in questo mondo? O ci lasciamo ingannare dall’orgoglio che cerca gratificazioni e riconoscimenti, e lì ci sembra di stare sicuri? Dove poniamo la nostra sicurezza?”.
Francesco punta dritto all’amore di Gesù che basta all’uomo. Egli invita a non soffermarsi mai sulle cose secondarie:
“Il Signore oggi ripete a me, a voi, e a tutti i Pastori: Seguimi! Non perdere tempo in domande o in chiacchiere inutili; non soffermarti sulle cose secondarie, ma guarda all’essenziale e seguimi. Seguimi nonostante le difficoltà. Seguimi nella predicazione del Vangelo. Seguimi nella testimonianza di una vita corrispondente al dono di grazia del Battesimo e dell’Ordinazione. Seguimi nel parlare di me a coloro con i quali vivi, giorno dopo giorno, nella fatica del lavoro, del dialogo e dell’amicizia. Seguimi nell’annuncio del Vangelo a tutti, specialmente agli ultimi, perché a nessuno manchi la Parola di vita, che libera da ogni paura e dona la fiducia nella fedeltà di Dio”.
Maria Raspatelli