Le Borse si avviano verso il Natale in un clima di ritrovata serenità. La crisi del rublo e della Russia fa meno paura, il prezzo del petrolio si è stabilizzato sui minimi dal 2009: la ripresa è meno sostenuta di quanto immaginavano gli addetti ai lavori, ma le quotazioni del greggio intorno ai 55 dollari al barile sono in qualche modo uno stimolo alla crescita, proprio mentre la Federal Reserve ha chiuso i rubinetti delle liquidità negli Stati Uniti. Sempre la Fed ha contribuito a tranquillizzare le Borse rinviando il rialzo del costo del denaro e annunciando che comunque i tassi resteranno ancorati verso il basso.
I mercati hanno archiviato l’ultima settimana in netto rialzo con il Ftse Mib che ha guadagnato il 2,06% pur rimanendo sotto quota 19mila punti (18.983). Hanno sofferto, in particolare, i bancari nell’ottava in cui è arrivato il downgrade per i titoli del settore da parte di S&P come conseguenza dell’abbassamento del suo rating sull’Italia. Stabile lo spread – la differenza di rendimento con i bund tedeschi – che si attesta a 135 punti base, sotto la media degli ultimi tre mesi a 146 punti. Resta ai minimi storici, invece, il rendimento dei Btp che sul mercato secondario sono scambiati con un tasso dell’1,94% dopo essere scesi fino all’1,91%.
Le attese, ora, sono rivolte verso le prossime mosse della Banca centrale europea che si riunirà il prossimo 22 gennaio: gli analisti sono convinti che Mario Draghi annuncerà il quantitative easing, l’acquisto di titoli di Stato sul mercato secondario. Il presidente della Bce deve ancora vincere le resistenze tedesche, ma la basse inflazione potrebbe rivelarsi un buon alleato.
In settimana le attenzioni dei mercati per l’Italia sono rivolte soprattutto alla politica: si attendono il via libera definitivo alla legge di stabilità e i primi decreti attuativi del Jobs Act, la riforma del lavoro. Questi ultimi potrebbero essere licenziati dal consiglio dei ministri del 24 dicembre. Piazza Affari, invece, resterà chiusa dal 24 al 28 dicembre, prima di riaprire per le ultime due sedute dell’anno.
Massimo Pellicani