È con la poetica canzone “Birds” dei Radiodervish (http://www.radiodervish.com/) che si è aperta la prima serata della rassegna “Domenica con..” al teatro Forma di Bari, organizzata da Vivere d’Arte Eventi. L’incontro è stato moderato da Anna Puricella, collaboratrice de “La Repubblica di Bari”.
Durante la serata, l’esecuzione dei vari brani è stata intervallata da momenti di approfondimento relativi alla storia del gruppo musicale e ai significati delle singole canzoni proposte.
I tre componenti dei “Radiodervish”, Nabil Salameh (voce), Michele Lobaccaro e Alessandro Pipino, accolti da un grande applauso, hanno cominciato a suonare la prima canzone, tratta dall’ultimo album “Human” (2013), illuminati da luci blu notte che spiccavano nel buio ricreato in sala.
Prima dell’inizio dell’intervista, sono stati eseguiti altri due brani, la profonda “Lontano” (Human) e la ritmata “Centro del Mundo” (Centro del Mundo, 2002)
Dopo il primo blocco musicale, i Radiodervish hanno raccontato al pubblico la nascita della loro amicizia e il naturale inizio del loro progetto musicale. Michele Lobaccaro ha raccontato di come fosse affascinato dalla voce di Nabil che, oltre a cantare in arabo, adorava i Beatles, interpretandoli in una maniera unica. A questo proposito, Nabil ha quindi eseguito “Till There Was You”, canzone scritta da Meredith Willson e della quale esistono diverse versioni, tra le quali quella toccante dei Beatles, contenuta nell’album “With the Beatles” (1963).
Nell’intervista, basata sulle domande sia della giornalista Puricella che del pubblico, sono stati poi affrontati i delicati temi del razzismo, della xenofobia, della diversità culturale, dell’integrazione e Nabil ha affermato che, per contrastare l’intolleranza tra i popoli e gli uomini, sarebbe necessario porre l’aspetto umano e culturale sullo stesso piano. Il gruppo si contraddistingue infatti per le frequenti fusioni, nei testi, tra lingue diverse come il francese, l’inglese, l’arabo, l’italiano, comunicando, con questa scelta, che la diversità unisce ed arricchisce e non deve dividere.
Questo momento di riflessione è stato poi seguito dall’esecuzione di “Stay Human”, “Velo di sposa”, “Les lions” e “Rosa di Turi”, canzoni molto importanti per le tematiche trattate e per i personaggi che le hanno ispirate. La prima è stata ispirata dalla storia del giornalista Vittorio Arrigoni, morto nel 2011 a Gaza, dove si era trasferito, coraggiosamente, per raccontare i crimini compiuti dallo Stato di Israele nei confronti del popolo palestinese. Arrigoni terminava i suoi articoli con la scritta “Restiamo umani”, un invito a non dimenticare mai il lato più umano di ognuno di noi, nonostante il condizionamento esterno, le atrocità e le difficoltà che ci circondano.
“Velo di sposa” è stata invece dedicata a Pippa Bacca, artista italiana uccisa durante un viaggio per portare un segnale di pace nei paesi coinvolti da conflitti e nel corso del quale indossava un abito da sposa.
Con i Radiodervish si è parlato del bisogno di un’informazione obiettiva che si occupi di tutto ciò che accade nel mondo, evitando di dare importanza solo a certi eventi che si pensa possano interessare il pubblico, di temi di attualità come le occupazioni nelle scuole e di come la musica sia un veicolo molto importante per portare dei messaggi ai ragazzi di tutte le età.
Dopo il racconto di altri aneddoti riguardanti il gruppo e del recente progetto “Radiodervish & il Teatro delle ombre di Silvio Gioia”, la musica è continuata con “L’immagine di te”, “L’esigenza”, “Due soli”, “Erevan” (presente nel film “La giusta distanza” di Carlo Mazzacurati) e con il richiestissimo bis (“Tu si na cosa grande” di Modugno, cantata in arabo e napoletano e “Taci, il nemico ti ascolta”).
Chi ha perso questo incredibile primo appuntamento con la musica al Forma, potrà ascoltare l’intervista domenica prossima alle 17 su Radio Bari.
Cristina De Ceglie