I Carabinieri di Salerno hanno dato corso ad ordinanze di custodia cautelare presso il proprio domicilio, per i reati di atti sessuali con minorenni, a carico di due donne residenti nel comprensorio del Vallo di Diano.
L’attività investigativa in parola traeva origine dalla denuncia presentata dalla madre di un minorenne, presso la caserma dei CC di Vallo di Diano.
La donna, in evidente stato di preoccupazione riferiva al Comandante dei Carabinieri le sue perplessità, circa i comportamenti tenuti dal suo giovanissimo figlio, il quale aveva iniziato a dimostrare un profondo disinteresse per gli studi ed aveva iniziato ad allontanarsi dall’abitazione familiare, anche in orari notturni, senza apparente giustificato motivo e senza alcuna comunicazione preventiva ai genitori.
Allarmati da tali comportamenti, i genitori iniziavano ad effettuare un maggiore ma discreto controllo sulle attività del minorenne, sia cercandolo, senza trovarlo, nei luoghi di ritrovo dei suoi coetanei, sia accedendo al profilo Facebook del giovane.
Tale vigilanza da parte dei genitori consentiva agli stessi di individuare alcuni messaggi su Facebook, a sfondo sessuale.
Nel merito, dopo aver parlato con il minorenne, gli stessi avevano conferma della circostanza che questi, insieme ad un quattordicenne, era stato adescato e convinto ad intrattenere rapporti sessuali, proprio dalle due persone tratte in arresto.
A seguito di tale prima circostanziata denuncia, veniva informata la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno, che, delegava il Nucleo Investigativo del Reparto Operativo presso il Comando Provinciale Carabinieri di Salerno, al proseguimento di specifici accertamenti.
Alla luce della delicatezza della vicenda, attesa la fragile personalità delle parti offese, si procedeva ad escussione “assistita” dei minorenni, quindi a mezzo di Consulenti specializzati in reati inerenti abusi sessuali e maltrattamenti in famiglia, in ambiente protetto. Tale immediata attività, avvenuta alla presenza dei genitori dei minori coinvolti, evidenziava chiaramente non soltanto la veridicità della circostanza relativa agli atti sessuali effettuati con i minorenni da parte delle due donne arrestate, ma parallelamente consentiva di verificare che il contesto ambientale di riferimento appariva del tutto insensibile all’istanza di aiuto proveniente dalle giovanissime parti offese, si pensi che lo stesso GIP cristallizzava la circostanza che alcuni genitori si erano rifiutati di denunciare quanto subito dai propri figli, facendo, mancare la condizione di procedibilità a carico delle due donne, per alcuni episodi specifici.
Malgrado tale rifiuto, l’azione investigativa procedeva a mezzo di attività di intercettazione e con metodi tradizionali, quali l’osservazione, il controllo ed il pedinamento degli indagati.
Le investigazioni e le relative intercettazioni telefoniche, inoltre, consentivano di impedire, in ben due occasioni che una delle arrestate potesse condurre un bimbo di anni 10, all’interno dei bagni pubblici comunali, al fine di far “provare un bambino” ad un uomo, a carico del quale procedono le investigazioni.
Nel corso delle perquisizioni domiciliari veniva rinvenuto e sottoposto a sequestrato materiale utile al prosieguo dell’azione investigativa.
Le due donne, espletate le formalità di rito, venivano associate presso le rispettive abitazioni in regime di arresti domiciliari.
Comando Provinciale CC Salerno