Accade che 4 bulli sui trent’anni, un po’ brilli, entrino in un pub della Città Vecchia e chiedano da bere. Per loro sfortuna entrano in un locale, l’Artes Café, definito “della legalità”. Un locale aperto con i contributi della Regione, del Comune, della Fondazione Sud, di Libera, Emergency, Unicef e Made in carcere. Ovviamente si tratta di un bar i cui gestori invitano i propri clienti ad un uso responsabile dell’alcool, puntando piuttosto sulla cultura enogastronomica, servendo cibi preparati con prodotti provenienti dalle terre confiscate alla Mafia.
L’Artes Café non è un bar qualunque, ma un punto d’incontro, una fucina di idee, di arte e cultura.
Il barista, alla richiesta dei 4 balordi risponde che non è possibile soddisfare le loro richieste. A quel punto scatta l’ira degli avventori che inveiscono, fra l’altro, anche nei confronti degli ultimi clienti rimasti. Accade di tutto: calci, pugni, spinte e tante urla. Intervengono quattro pattuglie di Polizia che riescono a sedare gli animi e ad arrestare due dei quattro picchiatori.
A Bari, purtroppo alcuni fanno davvero fatica a coniugare il tempo libero con la cultura dello stare insieme, delle belle amicizie, della musica e del buon cibo. I tentativi della società civile di trasformare la cultura dello “sballo” che imperversa soprattutto fra i giovani, in un atteggiamento di apertura responsabile ai valori etici e morali, faticano a trovare terreno fertile fra le pieghe della società barese.
L’Artes Café è un luogo in cui si insegna l’uso e non l’abuso dell’alcool, un posto in cui riscoprire i valori e ridare dignità e spessore al tempo libero.
Oggi è prevista una fiaccolata in segno di solidarietà all’Artes Café per le vie del Borgo Antico.
Maria Raspatelli