Quello che è considerato il più antico mestiere del mondo, sta per diventare una libera professione a tutti gli effetti, questo prevede il disegno di Legge presentato dal PD in Parlamento e condiviso anche da Alessandra Mussolini che da sempre svolge le funzioni di moralizzatrice dei costumi. In Italia le donne impegnate quasi tutte contro la loro volontà, sono secondo le stime circa settantamila e la maggior parte provengono dai Paesi dell’est europeo, dall’Africa, e dai paesi dell’estremo oriente; le prostitute italiane rappresentano oggi una percentuale inferiore intorno al 30%. La proposta di Legge prevederebbe adempimenti fiscali e sanitari, la partita iva ed il pagamento di una tassa che va dai 3.000 ai 6.ooo euro, non meglio specificata se annuale o periodica. Obbligatorio il controllo medico psicologico ed occorrerà specificare se si esercita l’attività in uno “studio associato” oppure da sole. Ovviamente come per tutti i soggetti iva sono previsti guarda caso i controlli dell Agenzia sulle Entrate. Servirà questa curiosa e molto approssimativa proposta di Legge ad accantonare il bigottismo mentale e prendere atto che quello di prostituirsi è una professione molto antica ed altrettanto molto redditizia per chi la esercita e soprattutto per chi la sfrutta. Pare che in altri Paesi europei dove la prostituzione è legalizzata già da anni, i risultati non sono stati quelli sperati, ma l’idea di una nuova tassa è piaciuta soprattutto agli strozzini fiscali, pur di fare cassa.Non sono affatto convinto che siamo un Paese serio perchè il disegno di legge della deputata Spilabotte, condiviso da altre colleghe, avrebbe dovuto essere concepito non quasi esclusivamente per ossigenare le casse dello Stato bensi per evitare la nota tratta di giovani donne, oggetto di compravendita da parte di loschi personaggi, e lo sfruttamento tollerato dalle nostre Leggi troppo permissive che consente lo schiavismo sessuale sulle strade delle nostre città.
Lucio Marengo