Son volati sguardi pesanti più che parole ieri pomeriggio tra un cittadino Barese – reo di aver ritirato la figlioletta dalle lezioni pomeridiane dall’Istituto comprensivo Laterza-De Amicis di via Re-David – e un immigrato un po’ troppo spiritoso, probabilmente “sistemato” dalla lungimirante Amministrazione nella vicina villa Roth in via Quarto.
Succede che il cittadino, al telefono, tiene dietro di un passo la figlioletta che mostra insofferenza verso l’impegno telefonico del padre e a un certo punto lo chiama a gran voce.
E’ un attimo.
Dall’altra parte di via Gobetti, imboccata in direzione Zanardelli da padre e figlia, un immigrato ha la felice idea di fare il verso alla bambina; il genitore mette in attesa l’interlocutore e si rivolge all’immigrato, chiedendo cosa desideri. L’uomo, evidentemente convinto di poter fare quello che vuole in territorio Italico-Barese, incluso sbeffeggiare una bambina, ripete il verso.
A questo punto il padre della bambina si ferma sui propri passi e liquida l’immigrato con un lesto “Listen me! Go at home!”
Solo a quel punto l’immigrato desiste e riprende la sua strada verso villa Roth.
Succede anche questo, a Bari.
Dicevano i nonni, “le sìgge hann diventat scannìtt e l scannìtt hann diventat sìgge” .
Tradotto: le sedie sono diventate sgabelli e gli sgabelli sedie, ovvero siamo giunti al punto in questo caso che si dia precedenza all’anarchia sregolata in torto al diritto di padre e figlia di camminare, all’imbrunire, in una via semicentrale di questa Bari in cui il sentore di insicurezza e la tensione sociale ormai si respira a pieni polmoni.
Roberto Loporcaro