Signore, vorrei sapere chi fu il pazzo che inventò il bacio, scrisse una volta Jonathan Swift. Ebbene, una teoria esiste eccome. Pare che durante la preistoria, le nostre antenate per nutrire la prole sminuzzassero il cibo nella loro bocca prima di passarlo ai loro piccoli, un po’ come fanno gli uccelli. Una sorta di bacio alimentare che ha attraversato la storia. Una dimostrazione d’affetto oppure d’amore, un segno di tangibile verità da cui non è più possibile prescindere.
Oggi, 6 luglio 2013, si celebra la Giornata Mondiale del Bacio. Nata in Inghilterra, celebrata da sempre nell’arte e nella letteratura, mira a riconoscere l’importanza di un gesto tanto semplice quanto indispensabile. “Dammi mille baci, poi cento/ poi altri mille, poi ancora cento/ poi altri mille, poi cento ancora./ Quindi, quando saremo stanchi di contarli,/ continueremo a baciarci senza pensarci,/ per non spaventarci e perché nessuno,/ nessuno dei tanti che ci invidiano,/ possa farci del male sapendo che si può,/ coi baci, essere tanto felici” ricamava Catullo. E ancora: “la bocca mi baciò tutto tremante” di Dante e la Divina Commedia, Giulietta e Romeo oppure Otello e Desdemona, Boccaccio, Foscolo e D’Annunzio: “la mia bocca è tuttavia rugiadosa d’un suo bacio e le mie guance sono state inondate dalle lacrime di Teresa. Mi ama, lasciami in tutta l’estasi di questo giorno di paradiso”. Francesco Hayez, Antonio Canova, Il Bacio di Klimt, La Dolce Vita, A qualcuno piace caldo, Basic Instinct e molto altro ancora. I baci hanno fatto la storia del cinema, dell’arte e della letteratura, una componente di cui è difficile fare a meno anche nella quotidianità. Rubati, nascosti, tristi, felici, adolescenziali e maturi non importa. D’altronde ogni giornata dovrebbe aprirsi e chiudersi con un bacio, e in mezzo accada quel che vuole accadere.
Samanta Zagaria