Una fredda sera di fine novembre di un giorno infrasettimanale senza infamia e senza lode. Un’ora insolita per un concerto, le 22.30, a chiudere una giornata di solo lavoro. Un panino di corsa e via per il Teatro Forma. Arrivo come al solito trafelato. Scivolo abilmente fra gli spettatori in attesa e mi accomodo sul palchetto riservato alla stampa. Si esibisce la celebre Stacey Kent accompagnata dal suo quintetto jazz, nell’ambito della rassegna “Nel Gioco del Jazz” diretta e coordinata dai maestri Roberto Ottaviano e Pietro Laera.
Stacey Kent ha una decina di album all’attivo prodotti per le etichette più famose, fra cui spicca la prestigiosa Blue Note, una nomination nel 2009 ai Grammy Awards e tanti, tantissimi concerti alle spalle. Stacey Kent presenta “Dreamer in concert”, il suo ultimo lavoro live registrato a La Cigale di Parigi. Stacey è una donna bella, colta e soprattutto una delle cantanti jazz più apprezzate al mondo. Dallo show televisivo della CBS “Sunday Morning” spicca il volo e tiene concerti (250 all’anno!) in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone, dalla Francia alla Cina, passando per il Forma di Bari. Un grande appuntamento dunque per il pubblico barese che ha così il privilegio di poter applaudire una cantante e musicista che, nonostante la giovane età, vanta numerosi dischi di platino e d’oro, premi discografici e grandi apprezzamenti da parte della critica internazionale.
Entrano gli strumentisti, cinque musicisti vestiti di nero. E poi lei, Stacey Kent. Le prime note, suonate in punta di dita da parte di Jim Tomlinson al sax e al flauto traverso, Graham Harvey al piano, Jeremy Brown al contrabbasso e Matt Skelton alla batteria, introducono la voce vellutata di Stacey che con eleganza e leggerezza quasi sussurra i pezzi del suo ultimo lavoro discografico e qualche cavallo di battaglia. E’ molto concentrata l’artista che con la sua voce desidera quasi accarezzare i cuori degli spettatori che l’applaudono ad ogni esibizione. La voce suadente della cantante crea immediatamente un’atmosfera magica, che riscalda la fredda serata autunnale. Peccato per qualche spettatore distratto che durante l’esibizione giochicchia con il telefonino o con l’iPad. Si ferma due volte l’artista per chiedere al pubblico di spegnere gli apparecchietti elettronici perché la luce bluasta dei display, che lei chiama “blue glow”, nel buio della sala, la distraggono e non le consentono di concentrarsi e dare il meglio di sé.
Non c’è nulla da fare, evidentemente sono molti i baresi che non conoscono l’inglese e non comprendono la lezione di civiltà a teatro che l’artista statunitense cerca di comunicare. Lo spettacolo finisce con la famosa “Close you eyes”. L’artista visibilmente infastidita, saluta, va via e, nonostante il lungo applauso e le ripetute acclamazioni del pubblico, non si concede al tradizionale bis. Peccato.
Antonio Curci – curci@radiomadeinitaly.it