E’ veramente indecente quello che sta accadendo nel nostro Paese, e nel mondo che ci guarda ridono divertiti per quel barlume di credibilità che ancora ci rimane. Prima la mancata elezione del Presidente della Repubblica e la incapacità delle forze politiche di convergere nella indicazione di un personaggio che potesse rappresentarci tutti, poi la scelta infelice di chiedere al presidente uscente Napolitano di restare al quirinale per un altro settennato se il Padre Eterno lo farà campare fino a quasi al compimento di un secolo di età. Abbiamo toccato il fondo del barile e l’arrivo del salvatore del mondo Matteo Renzi a Palazzo Chigi baipassando il Parlamento in una procedura inconsueta, costringendo prima Letta alle dimissioni che peraltro erano già nell’aria. Le consultazioni ci sono state, l’incarico a Renzi è solo un fatto formale visto che già si parla di ministri tra cui personaggi che già conosciamo e che probabilmente sono stati anche sponsor del Matteo nazionale ma che sono tutti del centro nord. Montezemolo presidente della Ferrari e non solo, Farinetti patron di Eataly e non solo, e così via. Rispetto alla disponibilità dei ministeri da affidare le richieste sono tre volte tanto, almeno, e ci chiediamo come farà il novello mago fiorentino ad accontentare tutti coloro che lo hanno sostenuto? Tutta questa storia è iniziata fuori dal Parlamento ed è finita allo stesso modo perchè i registi della politica, cioè quelli che Renzi avrebbe voluto rottamare, sono fuori dalla Camera dei Deputati, potenti come sempre, e sono sempre loro a decidere assieme ai potenti poteri economici. Nel Parlamento ci sono pochi attori, alcuni comprimari e tutti gli altri sono solo comparse che contano quasi nulla specie da quando hanno introdotto l’infelice e vergognoso porcellum. Tutto avviene secondo copione, qualcuno protesta, altri urlano, cioè ordinaria amministrazione, questo è il parlamento, ma ai nominati anche senza merito va bene così. Appena incarterà l’incarico da Napolitano, vedremo cosa saprà fare il nuovo presidente del Consiglio e sino a quando reggerà.
Lucio Marengo