Fenomeni di sciacallaggio reale e “digitale” si sono verificati in seguito al terremoto dell’ Emilia Romagna.
C’ è stato chi non si è fatto scrupolo ad arraffare tra le macerie e nelle case abbandonate; in particolare, sta girando l’ allarme di un uomo ed una donna che, girando in una Panda bianca, si spacciano per addetti ai controlli.
Oltre chi si aggira fisicamente tra le zone evacuate, sul web vengono postati messaggi promozionali di vacanze e momenti di relax per sfuggire dal teremoto.
In rete scatta la rivolta contro queste azioni irrispettose. In particolare, su Tweetter vengono assaliti di commenti i tweet di tre aziende (Prenotable, Brux Sport e Groupalia), che, appena scattata l’ emergenza, hanno ironizzato sul terremoto a scopo commerciale. Vista la rivolta degli utenti, le aziende si sono in seguito scusate per l’ indelicatezza. In particolare, la Gruopalia si è dissociata dall’ autore del messaggio, il country manager di Groupalia per l’ Italia. L’ azienda ha dichiarato che, in segno di vicinanza ai coinvolti, effettuerà una donazione alla Croce Rossa per gli interventi.
C’ è poi chi fa battute sulle cause del sisma, come la ricerca di idrocarburi nel sottosuolo o il distacco della Padania. Chi ancora pubblica fotomontaggi con lo sfondo della tragedia.
C’ è un limite tra ironia e rispetto. L’ ironia si deve fermare laddove potrebbe intaccare la sensibilità di qualcuno. In questo caso, le vittime del terremoto. Il linguaggio virtuale tende facilmente a sminuire tutto… Smile e punti esclamativi che con molta disinvoltura giocano su una vicenda che ha sconvolto, o distrutto, delle vite. Se il web è il futuro della comunicazione, come spesso viene ripetuto, il linguaggio si adegui per evitare una comunicazione superficiale e ottusa.
Claudia Morelli