Un’infanzia scottante e traumatica, un’adolescenza alle prese con l’insegnamento delle buone maniere: ecco gettate le basi per la costruzione della persona/personaggio di Cecil Gaines. La pellicola di Lee Daniels è un continuo intrecciarsi tra la persona di Cecil, interpretato da uno straordinario Forest Whitaker, all’interno del suo spazio intimo e famigliare e il personaggio del maggiordomo impeccabile nel suo essere discreto e a modo alla Casa Bianca. Un uomo forte e coraggioso che affronta contemporaneamente il dramma della sua gente e il susseguirsi di sette presidenti degli Stati Uniti (da Harry Truman sino all’elezione di Barack Obama) durante i suoi 30 anni di servizio. Mentre Cecil porta avanti il proprio lavoro con assoluta accondiscendenza, fuori dalle mura della Casa Bianca il mondo si muove vorticosamente, gli afro-americani scendono in campo, combattendo per i propri diritti e tra questi c’è il suo primogenito. Un film raccontato tramite lo sguardo vivo e deciso della gente nera, una parabola che ripercorre in 132 minuti l’opprimente e sanguinaria soppressione attuata dagli americani, 70 anni di storia entro cui si muovono gli omicidi di John F. Kennedy e di Martin Luther King, il movimento pacifista dei Freedom Riders, quello più violento delle Black Panther, la guerra in Vietnam: un affresco a tinte calde e fredde di cui è protagonista lo stesso Cecil, in principio contrariato dallo spirito rivoluzionario del figlio, ma lui stesso artefice (in)consapevole della rivoluzione.
“The Butler” è ispirato alla storia vera del maggiordomo Eugene Allen, in servizio alla Casa Bianca dal 1957 al 1986, divenuto noto grazie ad un articolo del Washington Post pubblicato nel 2008.
Antonella Lobraico