O pari dignità o disobbedienza fiscale
Onore al merito dell’impegno giornalistico e disonore alla classe politica che governa il nostro Paese, con particolare riferimento ai magnifici sessantacinque deputati e senatori che rappresentano la Puglia in Parlamento e nel Senato.
Da sempre i trasporti ferroviari e non solo, sono stati sempre avari ed offensivi nei confronti della nostra regione (scarsi collegamenti, treni indecenti) ma dalla fine di agosto dello scorso anno abbiamo ricevuto una ulteriore penalizzazione con la riduzione di collegamenti da Bari e dalla Puglia verso il nord.
A dicembre 2011, nel corso di un tavolo tecnico tra i responsabili dell ‘Amministrazione Regionale ed il rappresentante del Governo, Ministro Passera, fu convenuto di rimediare agli errori di chiara marca antimeridionale, presente anche il Presidente Vendola.
Sono trascorsi quasi sei mesi ed il tavolo tecnico è risultato essere il tavolo degli imbroglioni e degli imbrogliati per l’impegno formale non mantenuto, ma non siamo risentiti nei confronti di un Governo che considera la nostra regione terra di nessuno, siamo invece indignati della indifferenza di sessantacinque parlamentari di tutti i partiti che avrebbero dovuto ribellarsi nelle Camere del potere ed urlare il diritto alla pari dignità ed il loro orgoglio di pugliesi.
Per questo, la gazzetta del Mezzogiorno non può e non deve essere lasciata sola in questa battaglia sacrosanta, e se nulla cambierà suggeriremo in ogni maniera possibile di mettere in atto ogni forma di protesta corretta, democratica, ma decisa ad ottenere un giusto risultato e provvedimenti non più procrastinabili, e giungeremo sino a ipotizzare una protesta fiscale e quella ancora più convinta di disertare in maniera ancora più massiccia le urne alle prossime elezioni politiche.
Chi non difende la propria terra non merita fiducia e poiché non crediamo che una nuova Legge elettorale ci possa restituire in tempo utile il diritto di preferenza, il giorno delle votazioni ce ne staremo a casa.
Ci auguriamo che anche altri organi di stampa sentano il dovere di accomunarsi in questa giusta battaglia.
Lucio Marengo