Nel 2010, l’ospedale Oncologico “Giovanni Paolo II” di Bari era stato salutato come l’ospedale delle meraviglie, con decine di reparti e sale operatorie. Dopo anni di attesa per ottenere una struttura più capiente della Mater Dei, la soluzione dell’ex Cotugno, alle spalle del Policlinico, sembrava la migliore. Ma oggi l’Oncologico di Bari giace in una situazione drammatica.
Il reparto di chirurgia polmonare non è mai nato, così come quello di rianimazione e terapia intensiva. Oncologia medica è attualmente senza primario. Non si possono coprire i turni di radioterapia e radiologia. Gli ambulatori, come se non bastasse, sono in continua sofferenza. Su 130 posti letto se ne possono gestire solo 85. L’ospedale è provvisto di sei sale operatorie ma solo due sono quelle attive, in cui lavora un personale precario e sottopagato che non assicura una continuità lavorativa. Il tutto a discapito degli stessi infermieri assunti che devono fare formazione anche per i colleghi precari. La pianta organica dell’istituto, prevede 702 unità tra medici, amministrativi ed infermieri. Attualmente, nell’ospedale, sono operative solo 340 persone. La colpa è del blocco dei turnover: molti medici ed infermiere sono andati in pensione e il personale, ad oggi, non può essere assunto. Il Cup dell’ospedale è subissato da richieste di prenotazioni che non si riesce a gestire per carenza di personale amministrativo.
I pazienti che vogliono evitare l’inferno delle lunghissime liste d’attesa possono scegliere due strade: l’intramoenia, con tariffe molto alte o i viaggi della speranza in altri paesi.
Chiara De Gennaro