“Esiste un modo per trovare i fondi necessari per interventi seri a favore dell’economia e dei lavoratori che garantirebbe una disponibilità di circa 80 miliardi utilizzando e vendendo il patrimonio confiscato ai mafiosi.”. Lo afferma il Segretario Nazionale Italia dei Valori Ignazio Messina. Chiediamo all’attuale presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi, che ha il rigoroso compito ed onere di occuparsi di un problema che ha invaso l’Italia intera impedendone il progresso, non soltanto economico ma anche etico, morale e civile, di tenere in ferma considerazione la nostra proposta.
E’ doveroso sottolineare, innanzitutto, come l’utilizzo di questi beni ricopra duplice funzione : da un lato la loro messa in vendita sanerebbe una parte consistente di risorse che allo stato attuale mancano , dall’altro alcuni beni sottratti dallo Stato alla mafia possono essere restituiti alla società, a quei territori che ne sono stati privati, defraudati e offesi. Si tratta di un patrimonio immenso composto da cliniche, appartamenti, grandi industrie e terreni, frutto di attività criminali. Proprietà abbandonate che potrebbero compensare persino le risorse mancanti al settore giustizia, proprio quel comparto che porta avanti la lotta alle mafie. La corruzione – prosegue Messina -costa oltre 60 miliardi di euro ogni anno, mentre l’evasione fiscale ha un giro di 120 miliardi. Cifre che potremmo e dobbiamo riportare nel circuito della legalità e che dovrebbero finire nelle tasche dell’Italia onesta.
Le soluzioni esistono e sono attuabili e se l’intento è davvero unico e comune, è sufficiente trovare la volontà politica di renderlo attuativo. Un provvedimento di questo tipo costituirebbe un segnale forte, poi, nei confronti dei cittadini e di tutti coloro che sono impegnati a contrastare azioni illecite – conclude Messina – ridefinendo quel rapporto di reciprocità con uno Stato che ha tutto l’interesse di tutelare e di applicarsi nella lotta alla criminalità organizzata. Due quindi i versanti sui quali questo porterebbe: recuperare risorse finanziare e favorire il cittadino. Cosa stiamo aspettando?”