World Economic Forum, ha pubblicato il primo rapporto sul capitale umano, una classifica che valuta la capacità dei vari paesi di valorizzare i propri lavoratori, basandosi su quattro parametri: istruzione, salute e benessere, occupazione e ambiente di lavoro. L’Italia, investe poco in capitale umano e si classifica solo al 37esimo posto su scala mondiale. La classifica vede al primo posto la Svizzera, seguita dalla Finlandia e da Singapore, Olanda, Svezia e Germania. Il Bel paese si colloca in 37esima posizione e nell’area dell’Europa supera solo la Lettonia, Croazia, Polonia e Grecia. Infatti, la Spagna è al 29esimo posto, la Francia al 21esimo, mentre la Gran Bretagna raggiunge il nono posto.
Il capitale umano oggi riveste un ruolo centrale nello sviluppo del sistema economico di ogni paese, e proprio su questo aspetto si concentrarono gli studi di Gary Becker, che fu premio Nobel nel 1982. E proprio in merito all’importanza del capitale umano, nel corso del Festival dell’economia di Trento del 2007, aveva espresso la propria idea: “Il successo e la crescita saranno in quei Paesi che sapranno investire nei propri cittadini. Perché il capitale umano è sempre più importante; perché non basta possedere petrolio e materie prime per prosperare; perché le persone e non le risorse o le macchine determinano già, ma lo faranno sempre di più, la nostra ricchezza. Questa è la mia visione dell’umanità: le persone sono importanti”. Becker ritiene che il miglior investimento sia la conoscenza e che il capitale umano, e dunque le informazioni, le abitudini stesse delle persone, siano decisivi.
I Paesi crollano se non investono nelle persone. “Il XXI secolo segnerà la rivoluzione del capitale umano e la conoscenza sarà – è già – il fondamento di ogni aspetto della vita umana”-sottolineava Becker, il quale riteneva che tanto maggiore sarà il livello delle competenze, tanto maggiori saranno anche i benefici economici e i livelli di reddito di chi queste conoscenze ha saputo acquisire e sviluppare.
L’economista, sottolineava come l’alta formazione significhi stipendi migliori e che la formazione e la conoscenza non hanno ricadute solo sulla sfera economica: hanno a che fare anche con salute, matrimonio, famiglia, crescita dei figli, capacità di pianificare meglio le risorse, migliore adattabilità agli imprevisti.
Max Pellicani