Il Governo, pare stia lavorando alla proposta n. 8 delle nove previste dal ministro Saccomanni. La nuova tassa sugli immobili dovrebbe accontentare tutti: il Pdl che così potrebbe avocare a sé l’eliminazione dell’odiata IMU, il PD che potrebbe invece accaparrarsi il merito del suo superamento.
Ma al di là delle disquisizioni tutto sommato di lana caprina, cosa si cela dietro la cosiddetta Service Tax?
Pare che l’imposta sulla prima casa dovrebbe essere dimezzata, ma in compenso la pagherebbero tutti: proprietari e affittuari. In queste nuova imposta non dovrebbe essere contemplata la tassa sui rifiuti che verrebbe versata separatamente.
Una mossa strategica quella di Saccomanni che apparentemente cancella l’IMU con buona pace dei suoi detrattori, ma che in realtà la trasforma in “servizi indivisibili” del Comune. Questa legge somiglia tanto alla RES che fu approvata dal Governo Berlusconi con la benedizione di Calderoli e Tremonti. La RES però non entrò mai in vigore perché superata di lì a poco dalla IMU del Governo Monti.
La Service Tax dovrebbe unire insieme IMU (4 miliardi) e tassa sui servizi (1 miliardo), per un totale di 5 miliardi di Euro. Dalla ex-RES arriverebbero 3 miliardi di Euro (aliquota al 2 per mille per tutti, rendita rivalutata del 5% e nessuna detrazione), gli altri 2 miliardi li metterebbe il Governo.
La nuova Servce Tax dovrebbe essere pagata ai Comuni e quindi usata per i servizi locali, con la benedizione di chi sostiene il federalismo. A questa, lo ripetiamo, si deve poi aggiungere separatamente la TARES per un valore di altri 5 miliardi di Euro per consentire ai Comuni lo smaltimento dei rifiuti.
La Service Tax dunque, la pagherebbero tutti, compresi coloro che vivono in affitto. Un piccolo ma non trascurabile particolare che in periodi di “vacche magre” dovrebbe far adirare e non di poco le tante famiglie che non possono permettersi un alloggio di proprietà.
Antonio Curci – curci@radiomadeinitaly.it