Affermare che “il cinema è finzione” non è altro che una constatazione assiomatica, ossia una verità che non occorre dimostrare. Asserire, però, che “la politica è finzione” è più di un’audace impresa.
Dunque: come si potrebbe avvalorare questa tesi? La risposta proviene dall’occhio lucido e furbo del regista Roberto Andò che, per smascherare l’impostura della politica, si serve di un “pazzo”. Giovanni Ernani, infatti, fratello gemello dell’onorevole Enrico Oliveri, è affetto da delirio interpretativo della realtà e viene chiamato in causa per sostituire il suo consanguineo, fuggito segretamente in Francia per un volontario esilio. Questa tacita sostituzione si rivela, però, una vera boccata d’aria per il partito che acquista punti nei sondaggi e, soprattutto, il favore della gente. Citando Brecht e Shakespeare, canticchiando aree classiche, declamando haiku e impregnando i suoi discorsi di tanta filosofia, Ernani si dimostra un politico esemplare e benvoluto da tutti.
Attraverso questo personaggio, Andò rivela come bluff e genio possano convivere nella politica, proprio come avviene nel cinema. Un esempio illustre di quest’ultima coesistenza è data senza ombra di dubbio da Federico Fellini che, giustamente citato nella pellicola, oltre ad essere un genio, è stato un riconosciuto bugiardo.
Giovanni Ernani, così, diviene una sorta di Mister Hyde in positivo, un doppio giocoso e folle, il quale fa da contraltare al più compassato e freddo fratello. Le sue movenze, il suo accento, i suoi gesti sono una caricaturale copia dell’onorevole Oliveri. Queste due facce della stessa medaglia hanno, nella pellicola, soltanto una muta conversazione telefonica che, metaforicamente, è più significante di qualsiasi dialogo.
Viva la libertà è, quindi, un film che affronta il tema della politica con il ritmo e il piglio di una commedia umana, dove si può ridere dei paradossali accadimenti e, allo stesso tempo, riflettere sulla realtà che ci circonda.
La bravura di Toni Servillo, in questo film, si eleva al quadrato. Bisogna aggiungere, inoltre, che quello del politico è un ruolo congeniale per l’attore napoletano, basti ricordare l’interpretazione magistrale nei panni di Andreotti ne Il divo, il diplomatico tormentato da questioni etiche in Bella addormentata e, infine, la personificazione di Giuseppe Mazzini in Noi credevamo.
Tratto dal romanzo Il trono vuoto dello stesso Roberto Andò, Viva la libertà può contare anche su un ottimo Valerio Mastandrea che si è aggiudicato il David di Donatello.
Trailer su https://www.youtube.com/watch?v=dLicMAWhv1k
Giovanni Boccuzzi