Al cinema Splendor, a Bari, è in corso un cineforum offerto dal circolo culturale cinematografico Pierrot Le Fou, iniziato a novembre e che terminerà il 29 maggio.
Il programma della rassegna è ricchissimo e molto vario e include film prodotti in diversi paesi, alcuni di recente successo ai botteghini internazionali, altri un po’ meno conosciuti. Per la data di ieri era prevista la proiezione del film di Nicholas Winding Refn, “Drive”, prodotto nel 2011. La pellicola ha ottenuto il premio per la miglior regia al Festival di Cannes nello stesso anno.
Il protagonista, il cui nome non è mai rivelato per l’intera durata del film, è un pilota d’auto che oltre a lavorare come meccanico in un’officina e come stuntman cinematografico, arrotonda prestando servizio come autista per alcuni rapinatori, durante i loro colpi. Gelido, taciturno, il pilota, ha i nervi abbastanza saldi per lavorare duramente in officina, tanto da ottenere le lodi del suo datore di lavoro, svolgere egregiamente il suo compito di stuntman, lanciandosi in imprese spericolate a bordo di auto destinate, da copione, allo schianto e tanto da poter partecipare a veri e propri inseguimenti mozzafiato con la polizia, invischiato in rapine di cui non è colpevole. Ma il ragazzo, il crimine, lo guarda da lontano, seduto in attesa nella sua macchina; gli concede cinque minuti, come da accordi: tutto ciò che accade allo scadere di questi, non lo riguarda, i criminali non lo rintracceranno più. La parte iniziale del film è lenta, colma di silenzi, che si fanno sempre più avvolgenti nei momenti in cui Driver è pronto a lanciarsi in un nuovo “incarico”. Le cose cambiano, e il ritmo della scena inizia a farsi più serrato, quando il pilota si trasferisce e conosce la sua nuova vicina di casa, Irene, e suo figlio Benicio. Il marito di Irene è in carcere e durante la sua assenza, la moglie e il pilota cominciano a frequentarsi assiduamente in un susseguirsi di sguardi, sorrisi e scene dalla fotografia luminosa e serafica, in un’atmosfera di eterea quiete. Ma questo equilibrio è destinato a spezzarsi con il ritorno del marito di Irene, Standard Gabriel, che ha contratto un ingente debito con la mafia locale per la “protezione” ottenuta in carcere e subisce continuamente le vessazioni degli sgherri del boss, che arrivano a minacciare anche suo figlio. A questo punto il film prende una svolta inaspettata: Driver, nervi di ferro, sguardo di ghiaccio, decide di spalleggiare Standard in una rapina, il cui ricavato servirà per pagare il pizzo, che però fallisce e il marito di Irene resta ucciso. La rapina si rivela essere, in realtà, una trappola ordita dal boss locale ed il protagonista si ritrova inevitabilmente intrappolato in un susseguirsi di agguati e vendette. Nonostante la possibilità di poter scappare con i soldi della rapina, il pilota decide di non demordere. E’ questa la novità del film di Refn. La tensione è alta, il sangue scorre spesso e volentieri, le scene diventano sempre più crude ma il tutto avviene sullo sfondo di una motivazione più alta: l’amore del pilota per la bella Irene e l’affetto quasi paterno per suo figlio Benicio. È l’istinto protettivo nei loro confronti il vero motore della carneficina e del coraggio di Driver. Le due tematiche, quella dell’amore incondizionato e quella della violenza, si incrociano, si sfiorano e a volte si susseguono nel giro di pochi secondi, disunite solo dai silenzi e dalla luce dorata che permeano le scene in cui il pilota abbandona la pistola e torna ad essere il silenzioso e solerte ragazzo innamorato. Ma il protagonista “non ha amici”, come afferma lui stesso fronteggiando il nemico, è solo in una guerra più grande di lui che diventa un tutti contro tutti e può esaursi solo con la morte del boss. Il finale, inaspettato, si muove su un gioco di flashback: si alternano la scena dell’ultimo scontro tra il protagonista e il boss in cui entrambi restano feriti a morte e quella dell’ultima conversazione avvenuta tra i due durante la quale i due si rivolgono lunghi sorrisi silenziosi. Sanno che la vicenda sta per concludersi, sanno che entrambi sono pronti a colpire. A terra, però, resta solo Bernie, il boss mafioso. Driver, pur colpito a morte, si allontanerà alle prime luci dell’alba diretto verso una destinazione sconosciuta.
Chiara De Gennaro