Come ci ha insegnato Machiavelli, «il fine giustifica i mezzi». Non deve stupire, dunque, che un tale espediente sia stato spesso utilizzato nella storia americana per perseguire un bene superiore, basti pensare al presidente Lincoln disposto a scendere a compromessi pur di abolire la schiavitù e restituire dignità agli uomini di colore.
È risaputo, inoltre, che la Storia è fatta di corsi e ricorsi, in tal modo è facile poter immaginare come lo Zio Sam in persona, servendosi di due truffatori “professionisti”, abbia incastrato politici mafiosi e membri del Congresso corrotti. Tutto ciò, però, non è affatto frutto dell’immaginazione ma è accaduto realmente negli anni ’70, quando l’agente federale Richie DiMaso, mettendo alle strette i due abili imbroglioni finanziari, Irving Rosenfeld e Sydney Prosser, ha mandato al fresco il sindaco Carmine Polito insieme ad un cospicuo numero di politicanti avvezzi a interloquire con la malavita organizzata. Nel corso di questa “legale” collaborazione, però, DiMaso ha dovuto imparare sulla propria pelle a non fidarsi di nessuno, e a tener presente la disincantata frase di Rosenfeld che afferma: «in fondo imbrogliamo noi stessi solo per tirare avanti».
Utilizzando uno stile che richiama (ma non raggiunge!) quello di Martin Scorsese in Quei bravi ragazzi, cioè orchestrando un ottimo cast di attori, ciascuno dei quali esprime il suo punto di vista attraverso una voce fuoricampo, il regista David O. Russell porta sullo schermo American hustle – L’apparenza inganna.
Un film corale insomma con un camaleontico Christian Bale che, nei panni del grasso truffatore Irving, tratteggia un personaggio visivamente grottesco. Con un posticcio e improbabile riporto sulla testa, l’irriconoscibile ex-Batman sarà sicuramente tra i candidati ai prossimi premi Oscar. L’acclamata Jennifer Lawrence, invece, interpreta la svampita moglie di Irving, mentre Bradley Cooper e Amy Adams sono rispettivamente l’agente DiMaso e l’ambigua Prosser. Completano il cast Jeremy Renner e Robert De Niro, entrambi nei panni di scaltri italoamericani.
L’eccellente colonna sonora spazia dagli America ai Wings, da Duke Ellington a Donna Summer, passando per Tom Jones, Elton John e i Bee Gees.
Nel complesso, comunque, il film appare un po’ troppo verboso, in quanto il regista lascia la narrazione troppo relegata alle parole piuttosto che alle immagini.
Trailer su http://www.youtube.com/watch?v=4L2nZQ-IheI&hd=1
Giovanni Boccuzzi