A conclusione del procedimento di concorso di idee, il prestigioso studio di architettura internazionale Fuksas ha prevalso sui concorrenti convincendo la commissione ad hoc composta dall’architetto Boris Podrecca di Vienna, dall’urbanista Paola Viganò (docente dell’Università IUAV di Venezia e ad Harvard), dall’avvocato Roberto Perticarari (esperto di processi di trasformazione urbana), dall’Architetto Claudio Certini (Ordine degli Architetti Bari) ,dall’Ing. Giovanni Nuzzi (Ordine degli Ingegneri Bari), da Pippo Ciorra (curatore del Museo MAXXI) e diretta dal Dirigente Comunale Arch. Anna Maria Curcuruto, in qualità di direttore della Ripartizione urbanistica ed edilizia privata del Comune di Bari nonché Presidente della stessa commissione.
Il progetto approvato prevede il sostanziale interramento o comunque copertura delle linee ferroviarie con la creazione di nuovi spazi superiori a verde attrezzato nel quale però sono uniformemente distribuite anche nuove cubature (costruzioni) e correlati servizi; di tipo “modulabile”, il progetto vincitore è caratterizzato dalla possibilità di esecuzione in tranches.
Le malelingue già blaterano circa la concreta possibilità – ovvero capacità di spesa del Comune di Bari in uno alla disponibilità delle Ferrovie interessate – di procedere con siffatta opera ciclopica date le problematiche specifiche legate tra l’altro alla natura del sottosuolo cittadino (che già hanno ostacolato sul nascere – tra l’altro – il ben meno dimensionato parcheggio interrato sotto Corso Cavour) ovvero alla opportunità (posta la disponibilità dei relativi fondi Comunali) di realizzare tale intervento in una città che lamenta tra le proprie problematiche di natura tecnica, ad esempio, un sistema fognario tutt’ora fortemente carente (ricordando le chiuse scaricanti in mare in caso di forti piogge..); procedere con la gara di appalto di un maestoso “Central Park”, dunque, seppur con nobili presupposti appare oggi un intervento ideato in un contesto economico forse distante dalle nuove e maturate esigenze, ovvero probabilmente addirittura stridente se rapportato alle problematiche attuali legate alle esigenze pronte ed immediate della cittadinanza.
Nella vecchia Bari ironica appare dunque alla strenua di un noto proverbio popolare, che associa vecchie scarpe aperte ad un luccicante vestito nuovo. Ma senza scarpe efficienti, si sa, non si va da nessuna parte.
Roberto Loporcaro