Il 16 giugno 1313 a Certaldo, in provincia di Firenze, nacque una personalità non irrilevante, capace di apportare risvolti di carattere rivoluzionario ad una letteratura, come quella italiana, già incanalata sulla via della poesia. Il personaggio in questione è Giovanni Boccaccio. Sono passati ben 704 anni dalla sua nascita, eppure le sue parole non hanno mai smesso di respirare.
Giovanni Boccaccio non è stato solo un’alternativa alla poesia dottrinale di Dante, o a quella più spirituale del Petrarca; egli dette per primo una forma prosastica alla letteratura italiana (per quanto si possa parlare di Italia nel XIV secolo). Boccaccio si rese attivo, dunque, in maniera efficace nel definire l’ossatura di un linguaggio autonomo, che potesse sostenere una cultura importantissima, come quella italiana. È anche grazie a lui, infatti, che il dialetto fiorentino, ancora troppo legato al pragmatismo della prosa latina, assunse connotati innovativi, rivoluzionari appunto. Il novellare in volgare si dotò di doppi sensi, metafore, sillogismi, giochi di parole, sfumature linguistiche ed altre forme di linguaggio monopolizzate, ormai, dalla poesia.
Ma il Decameron (il suo capolavoro) non è solo questo. È un’unica riflessione sul valore salvifico delle parole; su come una decina di ragazzi possa sopravvivere ai “lamenti” di un’epidemia di peste solo grazie a dei racconti da tramandare, da vivere. Boccaccio, d’altronde, seppe dare voce ad un nuovo scenario della realtà comunale tardo-medievale: il ceto borghese. Questa classe fatta di banchieri, artigiani, commercianti si rivelerà ben presto “strumento” per una riuscita riflessione sull’uomo, posto nelle sue contraddizioni, vizi, paure, desideri. Un piccolo “afflato” di quell’essere umano destrutturato, tipico del mondo moderno.
Alla fin fine, non è un caso se il Decameron rimane uno dei capolavori di novellistica più osannati di tutta la cultura occidentale. Come lui solo Chauser, forse. Sono passati 704 anni dalla sua nascita, 642 dalla sua morte; eterne, però, rimangono le sue parole.