Il regista Tim Burton, con il suo nuovo film d’animazione Frankenweenie, presenta al pubblico la stessa storia di amicizia tra un ragazzino ed il suo cane che era stata oggetto del cortometraggio di culto realizzato per la Disney nel 1984. Il passaggio al lungometraggio è un’ottima occasione per ampliare la storia, arricchirla di particolari e di nuovi personaggi. Girato in bianco e nero, Frankenweenie è immerso nelle predilette atmosfere dark che costituiscono il marchio di fabbrica del genio visionario di Tim Burton.
Il protagonista è Victor Frankenstein un bambino che ha, come unico amico, un cane di nome Sparky. Il profondo legame tra i due è stato ispirato dal forte affetto che il regista aveva per il proprio cane quando era bambino. A seguito di un incidente però Sparky muore e la vita di Victor non è più la stessa; triste e sconsolato il protagonista pensa sempre e soltanto al suo cane. La situazione però cambia quando a scuola, l’insegnante di scienze, presenta un esperimento in cui è possibile far muovere i muscoli di un animale morto usando l’elettricità. Victor utilizza quindi questa informazione per cercare di riportare in vita il suo adorato cane, proprio come ha fatto il dottor Frankenstein nel ridare vita alla sua creatura nel romanzo di Mary Shelley. La riuscita dell’esperimento del piccolo Victor avrà però delle conseguenze terribili per New Holland, la città immaginaria dove è ambientata la storia, e per i suoi abitanti.
Alcuni dei personaggi, realizzati con la tecnica dello stop-motion (già sperimentata ne La sposa cadavere e nel corto Vincent) sono tanto mostruosi quanto buffi e simpatici: un chiaro esempio è rappresentato dal gatto Baffino, odioso e tenero allo stesso tempo, che rimarrà impresso nella mente di grandi e piccoli. Nonostante si tratti di un film di animazione e quindi adatto per i bambini, il regista cerca, attraverso la voce dei personaggi, di inviare dei messaggi diretti ovviamente ad un pubblico più adulto. L’insegnante di scienze infatti, pur potendo sembrare una figura tetra e negativa con le sembianze dell’attore Vincent Price (icona degli horror anni ’50 e idolo del regista), è in grado di dispensare importanti consigli a Victor: la scienza non è solo mente ma anche cuore e, per ottenere un buon risultato, bisogna provare e riprovare, avere passione e agire per un fine giusto, altrimenti si può correre il rischio di generare dei mostri.
Le musiche del fedele Danny Elfman avvolgono la pellicola nelle giuste tinte dark, guidando i personaggi nelle varie profanazioni al cimitero di animali e, infine, nel mulino a vento che rimanda apertamente al primo Frankenstein cinematografico, capolavoro del 1931 firmato da James Whale ulteriormente omaggiato attraverso l’acconciatura della barboncina di cui Sparky s’innamora e che ricorda La moglie di Frankenstein.
Trailer su https://www.youtube.com/watch?v=oZ_7ibdX43s
Cristina De Ceglie
Giovanni Boccuzzi