Da pochi giorni è uscito nelle sale italiane Jobs, il film di Joshua Michael Stern, il biopic sul co-fondatore della Apple Inc., da cui prende il nome il film. La ricerca dell’identità, l’amicizia con Steve Wozniak, co-ideatore, gli esordi nel garage di casa, le rinunce e parte della vita dell’inventore del prodotto informatico, considerato il miglior prodotto di settore. È stato il primo e assoluto inventor del personal computer con un’interfaccia grafica ad icone e dotato di mouse. Jobs, il protagonista interpretato da Ashton Kutcher, è la biografia in trasposizione cinematografica dell’uomo che ha unito intelligenza, doti comunicative, conoscenza spontanea del marketing e una dose massiccia di tenacia per portare la Apple a diventare il miglior prodotto dell’informatica di consumo. Dagli anni ’70 ai giorni nostri: le battage che hanno caratterizzato il prodotto e hanno decretato Steve Jobs come un modello per i giovani. Indimenticabile la sua citazione di Gandhi che viene associata spesso a lui:
“Questo messaggio lo dedichiamo ai folli.
A tutti coloro che vedono le cose in modo diverso.
Potete citarli. Essere in disaccordo con loro.
Potete glorificarli o denigrarli, ma l’unica cosa che non potete fare è ignorarli.
Perché riescono a cambiare le cose.
E mentre qualcuno potrebbe definirli folli, noi ne vediamo il genio.
Perché solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo, lo cambiano davvero”.
Steve Jobs gode del merito indiscusso d’essere stato il primo ad aver cambiato il modo di pensare servendosi della tecnologia come un’estensione naturale dell’uomo. La storia di Steve Jobs ricorda quella di un altro “folle”, Adriano Olivetti, definito un “sovversivo” ma che rese possibile il lancio della Olivetti come prima azienda al mondo per prodotti da ufficio, un oppositore del regime fascista, amante della cultura e dell’arte. Nel ’57 la National Management Association di New York premiò l’attività di direzione d’azienda internazionale di Olivetti. Due uomini, due “folli” che hanno creduto nei loro stessi e diretto le loro azioni fino in fondo, verso quella strada, quella del successo: un messaggio autorevole per i giovani d’oggi.
Giuseppina Raco