Al convegno di bioarchitettura, organizzato dal Politecnico all’ ex Palazzo delle Poste, è stato presentato ieri un progetto innovativo per la creazione dell’ energia elettrica all’ aeroporto di Bari: fonte di energia saranno i rami di ulivo.
Il paesaggio pugliese, caratterizzato dalla presenza di questa pianta, potrà essere fornitore quasi illimitato del combustibile, con un risparmio economico notevolissimo. Inoltre, si eviterà anche il rogo all’ aperto dei rami derivati dalla potatura, che contribuisce all’ aumento di anidride carbonica nell’ aria.
Ad annunciare il progetto, Marco Franchini, direttore generale della socetà Aeroporti di Puglia. Il bando di appalto è di quattro milioni di Euro; la ditta vincitrice, oltre a provvedere al mantenimento delle caldaie e del sistema elettrico del Karol Wojtyla, avrà il compito di stipulare accordi con gli agricoltori, proprietari di ulivi che rientrino nel raggio di 70 Km.
Non è tutto: se dovesse funzionare, il progetto sarà esteso anche all’ aeroporto di Brindisi.
Non sarebbe la prima volta che in Puglia, ormai pratica in esperimenti di sostenibilità ambientale, viene adottata questa tecnica: nel leccese l’ energia prodotta dai rami viene venduta all’ Enel, mentre da qualche anno nella riserva marina di Torre Guaceto vengono bruciati i noccioli dell’ oliva.
Mentre scompaiono 300 ettari del bosco di Gravina, in un’ estate, come sempre, portatrice di infausti eventi per i nostri polmoni verdi, progetti come quello presentato ieri possono far ben sperare.
Claudia Morelli