Nei tram, per strada, nelle aule universitarie, tanto per citare esempi, è facile osservare soprattutto giovani donne “accompagnate” da una bottiglietta di acqua “minerale naturale”, quasi un salvavita o un salvasalute a portata di mano da cui bere una portentosa linfa purificante! Sete o non sete, estate o inverno, mentre si ascolta, per esempio, nell’Aula di Fisiologia una tediosa lezione del prof.Minervini, ecco labbra delicate posarsi con grazia per prendere dalla bottiglietta il nettare di lunga vita. Cosa c’è da meravigliarsi? Basta aprire un qualsivoglia giornale o rivista di divulgazione dei segreti della buona salute per trovare la sentenza solenne: bere almeno due litri di acqua al giorno, si abbia o non si abbia sete!
Noi non vogliamo contraddire i profeti della pulizia delle stanze interne dei nostri visceri, ma con la semplice umiltà di lunga esperienza e consuetudine alla medicina e alla didattica, vogliamo solo fare qualche precisazione in merito a quanto ci capita di leggere nelle bibbie dei novelli Soloni della nutrizione e dei divulgatori di cose mediche che a volte non hanno mai sostenuto un solo esame di medicina!
Che l’acqua sia un elemento fondamentale per il metabolismo cellulare non v i è alcun dubbio: lo sapevano da millenni i carnefici che condannavano le vittime a morire di sete! Ma che essa debba essere assunta secondo libero arbitrio non è affatto giusto e può essere fonte di serie conseguenze. La cosiddetta “madre natura” ha dato agli animali un segno inequivocabile per la ricerca della’acqua da bere: il senso di sete, graduabile di intensità, ma inequivocabilmente conosciuto sin dalla nascita, cioè dall’inizio della autonomia del vivente (il feto “beve” attraverso il sangue materno). In ogni soggetto sano sia dal punto di vista “fisico” che “psichico” la richiesta di acqua da parte dell’organismo si annuncia e manifesta (a volte anche nei sogni durante il sonno) con la sete, collegata alla risposta funzionale di alcune aree cellulari del sistema nervoso centrale. Sostenere quindi, per un soggetto sano, che meno si beve meno si ha sete e viceversa significa contraddire e alterare la più basilare norma sia del fisiologico che del vissuto. E non c’è da sorprendersi se in taluni soggetti, per suggestione o per labilità psicologica, si possano innescare meccanismi che portano a un circolo vizioso: più bevo più ho sete. Mi vengono in mente i soggetti affetti da dipsomania nei quali in qualche modo è turbato l’equilibrio fisiologico tra sete e oggettiva necessità di acqua.
Vorrei ricordare a chi fantastica ideali bevute d’acqua che il metabolismo idrico è strettamente agganciato a quello salino, in particolare a quello del sodio, tanto che in medicina si parla di equilibrio idro-elettrolitico per indicare la stretta connessione tra acqua e sali. Questo equilibrio non è facoltativo ma deve essere mantenuto, attraverso una serie di meccanismi complessi nei quali entrano la sfera ormonale, quella del sistema nervoso centrale, quella renale, quella cardiovascolare, quella osteomuscolare, quella respiratoria, costante: pertanto, quando aumenta l’acqua nel circolo sanguigno con conseguente diluizione dei sali, l’organismo deve subito eliminare l’acqua con urine pallide e diluite (perché ricche di acqua). Al contrario quando tendono ad aumentare detti sali l’organismo richiede più acqua per equilibrare la loro concentrazione. A tanto e più di tanto è preposto il meccanismo della sete che non è facoltativo o il risultato di una scelta ma una variabile strettamente dipendente da una multifattorialità biofisiologica che non dipende affatto dalla volontà o da scelte individuali.
Resto stupito, insegnando da anni a vari Corsi di Laurea la fisiologia Umana e quella della Nutrizione, nel leggere che quando si è a dieta si deve bere più acqua prima e dopo cena per riempire lo stomaco e ridurre il senso di fame! Fosse il problema dietologico una questione di riempire lo stomaco, alla faccia di tutte le delicate problematiche connesse alla alimentazione! E poi, di che diete si parla? Che significa stare a dieta? Ridurre la fame e le calorie,come si sente pontificare da molti addetti alla nutrizione? Affamare, a scapito delle esigenze biologiche? E chi è a dieta? Un obeso, un diabetico, un cardiopatico, un paziente renale, un paziente afflitto da ipertensione,o altro? Fa terapia, è prostatico, ha problemi renali o alle vie urinarie? Bevi che ti passa, bevi i tuoi due litri di acqua, così ti aiuterai a dimagrire! Prende i diuretici che fanno perdere sale o potassio? Ha il ph alterato? Bevi che ti passa! E non parliamo poi degli sportivi che sudano tanto… Ma credo che anche un allenatore alle prime armi sa che se non si equilibrano acqua e sali si combinano ulteriori guai!
A proposito poi di bere acqua prima di pranzo e cena, che significa “prima” onde riempire lo stomaco e spezzare il senso di fame? Che bella digestione regaliamo al bevitore d’acqua subito prima dei pasti, al quale si diluiranno per l’abbondante libagione i succhi gastrici tanto basilari per l’avvio della digestione degli ingesti!
Che acqua bere? Quella minerale,con calcio alle donne affette da osteoporosi e senza calcio a quelle affette da calcoli renali! Signore mie, eventualmente afflitte da osteoporosi, se non riesce a darvi una mano il latte (ammesso che lo tolleriate) figuriamoci cosa potete attendervi da presunte acque “dure”, ricche di calcio (e quanto ne è presente? Donde provengono acque dure?…). L’osteoporosi è una cosa seria, ne riparleremo per la prevenzione, ma lasciate stare l’acqua col calcio! Tanto per essere concisi, fate valutare la vostra vitamina D (se è insufficiente potete prendere tutto il calcio che vorrete, spenderete soldi, resterà in gran parte inutilizzato se tale vitamina è insufficiente), la frazione ionizzata del calcio, fate una densitometria all’anno, e, in caso di patologie, affidatevi a Medici esperti del problema! Così, anche, in caso di problemi renali, affidatevi, a seconda del caso, a un nefrologo o a un urologo competente!
Attenti, però, a libagioni inopportune in caso di problemi cardiovascolari, scompensi cardiaci, ipertensione e via dicendo: ricordo ai lettori e a chi dà consigli non meditati ai lettori che l’acqua bevuta viene rapidamente assorbita nel circolo e quindi, soprattutto in determinate circostanze patologiche, può alterare il carico dinamico del cuore con conseguenze anche drammatiche! Così anche i soggetti con marcata ipertrofia della prostata in caso di rapido e brusco aumento del carico d’acqua in vescica possono precipitare verso una ritenzione acuta meccanica causata dalla detta ipertrofia.
Verso quale categoria di soggetti bisogna provvedere al giusto fornimento di acqua, inducendoli a bere, anzi, presenziando alle loro bevute e in caso di necessità, ricorrere a infusioni venose di soluzioni fisiologiche? VERSO I VECCHI! Spesso, soprattutto in soggetti con problemi neuropsichici, ricoverati in strutture per anziani, si osserva la riduzione o scomparsa del senso della sete, per cui non bevono più. Naturalmente, se non vengono attentamente controllati, soprattutto d’estate quando si perdono acqua e sali con il sudore, può instaurarsi una grave disidratazione con alterazione dell’equilibrio elettrolitico causa di disturbi gravi che se non rapidamente controllati mettono a rischio la vita del paziente!
Cosa fare dunque? Qualunque soggetto con problemi patologici di qualsivoglia natura non assuma iniziative senza il diretto suggerimento e controllo medico! Tanto vale per le gravide e pazienti che praticano terapie di vario genere. Per quanto attiene ai problemi dietologici, credo che sia inopportuno sprecare parole circa la semplificazione di bere per dimagrire: ci si affidi a un medico nutrizionista che saprà anche valutare la quota di acqua che viene da alimenti diversi! E soprattutto,un pò di pietà per il nostro stomaco, ne sopporta tante, ha tanta pazienza e noi ce la prendiamo con lui quando si rivolta contro!
Popolo delle acque a bottiglietta,che dire? Che beviamo? Leggiamo l’etichetta per guardare il calcio così ci garantiamo dall’osteoporosi?
Intanto, tra le fanfare che suonano a festa per gli enfant pisseur, lasciamo che le fanciulle sane bevano con il loro garbo innato le loro bottigliette; c’è qualcosa di romantico che fa grazia e simpatia… e, perché no, un pò di urine pallide rendono meno incrostati i pazienti water e offrono la sensazione di essersi liberati da un grumo di oscura visceralità, un senso di purezza che ogni cuore nasconde tra le difficoltà della vita quotidiana.
E non dimentichiamo: in Medicina la norma è soltanto una valutazione statistica, non una legge di mercato. Pertanto, ogni individuo, pur nella norma, ha il suo profilo e la sua singolarità: questo differenzia il biologico dal clinico!
Prof. Mauro Maria Minervini
docente di Fisiologia Umana Università di Bari