La vicenda accaduta all’ospedale S.Filippo Neri induce a riflettere su un tema da sempre dibattuto, oggetto di rerfendum qualche anno fa: l’abolizione della legge 40 che regola la materia in tema di procreazione artificiale. La distruzione di 94 embrioni congelati pone la questione se essi siano un inizio di vita. Ebbene sì: se sono impiantati in utero e trovano condizioni favorevoli gli embrioni diventeranno bambini. Si ha un bel dire che sono materia informe, senza pensiero, insomma un mucchio di cellule. La risposta che lì attraverso lo scambio d’informazioni tra cellula maschio e cellula femmina con il crossing-over , si è programmato un nuovo essere unico, che nella storia dell’universo costituisce un unicum, non ce ne sono stati altri come lui nella storia dell’uomo.
Le tecniche progrediscono in tema di procreazione assistita ma i risultati sono positivi solo nel 20% dei casi. La vita conserva ancora misteri insondabili e pertanto non riproducibili. Piuttosto andrebbero riprese le cure sulle coppie sterili, spesso inviate agli studi per essere sottoposte subito a tecniche di laboratorio. Le cure per la sterilità maschile sono trascurate, così come la ricerca. E’ noto come vi sia un aumento di malattie per gli uomini come il varicocele pur per mancanza di prevenzione: alla visita di leva vi era la visita che ha permesso di curare in tempo tanti giovani. L’aumento della temperatura sulla terra ha reso ad es. i testicoli meno funzionanti, così come l’inquinamento.
C’è da dire che le procedure di fecondazione artificiale rendono a chi le fa moltissimo economicamente e queste coppie si salassano. Curare con pochi euro non conviene più, e sorgono come i funghi centri privati. Gli embrioni in più li congeliamo e poi, forse , li utilizziamo.
Ora i proprietari, i “genitori” degli embrioni rivendicano gli indennizzi per i danni subiti. Domanda: ma sono ancora loro i legittimi tutori di embrioni che stanno lì, anche, da decine di anni, abbandonati?
Leonardo Damiani