Chissà perchè solo nel periodo delle festività natalizie la parola solidarietà viene interpretata come miseria,umiliazione, mentre negli altri giorni dell’anno tutto avviene in un’assordante silenzio che rasenta la rassegnazione di chi non ce la fa più ad assicurasi e ad assicurare un pasto alla famiglia per le note vicende di una crisi economica che in Italia ha creato più drammi che in altri paesi europei. Aumento verticale delle tasse, carovita alle stelle, riduzione dei servizi, perdita di migliaia di posti di lavoro con le industrie piccole e grandi che chiudono o che si trasferiscono nei Paesi dell’est europeo, e l’aumento drammatico delle mense che non si chiamano più dei poveri ma della solidarietà; di questa solidarietà che vede sempre in prima linea i volontari e le chiese. Tanta gente alle mense, tutti insieme senza distinzione di classe o di colore perchè la fame non fa differenza e c’è chi fa questa esperienza imparando cosa sia il bisogno vero, ricordando magari quando stava meglio. Auguriamoci che tutti questi sacrifici abbiano un senso e che la speranza di vedere ritornare il sorriso sul volto soprattutto dei giovani e degli anziani che non credono più in niente. Questa politica della vergogna, del malaffare, dell’indebito arricchimento deve necessariamente finire se non si vuole rischiare che la disperazione e la indignazione possano degenerare come è già accaduto in altri Paesi come la Grecia. Crediamo in questa Europa, ma la voglia di uscirne dilaga se non si corre ai ripari e venga restituita all’Italia la pari dignità con gli aiuti necessari a promuovere la crescita e la conseguente crescita, ricordando che la solidarietà non è solo miseria e umiliazione di sentirsi figli di un Dio minore, ma è la certezza di essere un popolo solo, europeo,senza confini , e di poter contare sull’aiuto solidale di chi può.
Lucio Marengo