Questa volta, è il decreto fiscale n° 16 del 2 marzo 2012, approvato dal Senato, e in questi giorni, in esame alla Camera per l’approvazione definitiva, a rendere difficile la vita di medici in formazione specialistica, dei dottorandi e dei corsisti in medicina generale.
Il decreto è stato inserito nell’art.3 comma 16 ter e quater e prevede la tassazione IRPEF di circa trecento euro sulle borse di studio e sugli assegni di ricerca eccedenti gli 11.500 euro, che sarebbero quindi sottoposti a detrazione fiscale. Una spesa aggiuntiva che andrà a gravare sulle spalle di coloro che cercano di farsi strada nel difficile mondo della medicina, che già fronteggiano le tasse universitarie e la quota previdenziale dell’ ENPAM, oltre che l’iscrizione all’ordine professionale.
Il decreto ha scatenato la reazione indignata degli specializzandi e in una nota congiunta il Segretariato Italiano Giovani Medici (S.I.G.M.) e la Confederazione Nazionale delle Associazioni dei Medici Specializzandi (la FederSpecializzandi) hanno commentato aspramente la decisione del nuovo governo che, a parer loro, non punta abbastanza sulle capacità e sulle potenzialità dei giovani, non agevola i loro studi e, in molti casi, ne intralcia la carriera. Moltissimi specializzandi fanno affidamento, in questo difficile periodo di crisi, sulle somme a loro destinate mediante borse di studio e assegni di ricerca che garantisce loro il minimo sostentamento, tentando di costruirsi un’esistenza indipendente e dignitosa.
Centinaia gli specializzandi intervenuti, a Bari, alla manifestazione dalla durata stabilita di tre giorni. Tre giorni in cui i giovani medici in formazione specialistica e i ricercatori si asterranno dalle attività didattiche e di assistenza e in cui saranno esposti all’ingresso del Policlinico striscioni dagli slogan come: “Adotta uno specializzando: massima resa, minima spesa”, alludendo alle molteplici ore di lavoro, di ricerca e di insegnamento scarsamente retribuite e, molto spesso, non valorizzate, autodefinendosi “Schiavizzandi”.
I giovani specializzandi protestano contro il disegno di legge sulla semplificazione fiscale in discussione alla Camera, perché, se dovesse essere approvato definitivamente, l’Italia sarebbe il primo paese a tassare le borse di studio e i futuri medici italiani, già enormemente svantaggiata dal punto di vista formativo ed economico, sarebbero ulteriormente distanziati dai colleghi dell’intera Unione Europea.
Tagliare i fondi alla ricerca e decurtare le borse di studio dei giovani studenti universitari non facilita certamente la già difficile ripresa economica del nostro paese, non sono questi, secondo i giovani medici indignati ed, in generale, secondo tutti i giovani ricercatori italiani e della nostra regione, i settori in cui operare dei tagli e delle modifiche sul piano economico. Impedire alla ricerca e al settore universitario di progredire, migliorarsi e ed evolversi, significa soltanto spingere un numero sempre più rilevante di studenti universitari e giovani laureati ad abbandonare il nostro paese in cerca di fortuna in stati europei (e non) che offrono maggiori possibilità e che un giorno potranno avvalersi del contributo di grandiosi cervelli, un tempo in fuga.
Chiara De Gennaro