Vendola non se la prenda se lo riteniamo responsabile dello sfascio della nostra sanità pugliese, i cui mali faticheremmo non poco ad elencarli, ma questa mattina nel corso del mio programma radiofonico in diretta anche sul sito di questo nostro seguitissimo quotidiano on line, un’ascoltatrice prima ed un medico poi ci hanno parlato delle liste di attesa per la effettuazione di esami radiocardiografici fino ad oltre un anno e addirittura all’ospedale Di Venere lunghe attese anche di circa due mesi per normali esami istologici, visto che i tessuti da esaminare vengono trasferiti all’osp. S. Paolo con le normali procedure burocratiche e della umana incomprensione soprattutto nei confronti di chi potrebbe avere gravi mali. Di queste cose e della loro gravità purtroppo ci accorgiamo solo quando da spettatori disinteressati, diventiamo vittime e attori impotenti.Chi ha soldi evita la nostra sanità e cerca rifugio altrove, dove magari non troverà una migliore professionalità di quella nostra locale, ma le condizioni della degenza, del trattamento e della celerità sicuramente saranno migliori della nostra, e per verificarlo è sufficiente recarsi in un giorno qualsiasi in un reparto ospedaliero. Non parliamo poi di certi cimiteri degli elefanti tipo Mater Dei oggi, parzialmente in restauro dove la sporcizia è palpabile e la polvere ed i rumori sono insopportabili. Le convenzioni con le case di cura private andrebbero riviste e soprattutto andrebbero ispezionate spesso per assicurarsi che le prestazioni sanitarie e di degenza siano in sintonia con i parametri convenuti. Parliamo di ammalati caro presidente Vendola e non abbiamo interesse alcuno a discreditare la nostra sanità, ma non possiamo sopportare le estenuanti liste di attesa per gli esami diagnostici che sono la conseguenza di una malasanità congenita che non riesce a guarire. Ogni tanto pensiamo che può accadere anche a noi di avere bisogno e non sempre si trovano amici ad aiutarti.
Lucio marengo