La puglia è conosciuta in tutto il mondo per i villaggi collinari dal caratteristico intonaco bianco, per la campagna dal sapore antico e per le centinaia di chilometri di costa mediterranea. Tra le innumerevoli altre particolarità pugliesi, vi sono illustri personaggi nati nel tacco italiano che hanno tenuto alto il nome della regione.
A partire dalla filosofia con Girolamo Balduino, detto ” il Montesardo”, che nacque appunto nel Montesardo in provincia di Lecce e morì a Napoli nella seconda metà del 16° secolo. Studiò all’Università di Padova sotto Marco Antonio Passeri (detto il Genua) e Sperone Speroni, formandosi nell’eclettismo aristotelico proprio di quella scuola. Nell’anno 1528 insegnò sofistica in quello Studio; passò poi all’Università di Salerno e all’Università di Napoli. Le opere che lo resero celebro sono ”Perì Hermeneias” e ”Quaesita tum naturia, tum logicalia”.
In ambito scientifico invece, Oronzo Gabriele Costa, nato ad Alessano nel 1787 e morto a Napoli all’età di 80 anni. Trasferitosi a Napoli nel 1808 compì gli studi presso l’Università di Napoli, laureandosi in Medicina. Dopo la laurea rientrò a Lecce, praticando la professione presso lo studio di Pasquale Manni, che lo introdusse alla Botanica e alla Storia naturale.Dopo aver subito persecuzioni politiche per la sua adesione al governo costituzionale del 1820-21 fece ritorno a Napoli dove occupò la cattedra di Zoologia all’Università. Nel 1849, ancora a causa delle sue idee politiche liberali, fu rimosso dall’incarico che gli fu restituito solo dopo l’Unità d’Italia. A lui si deve la fondazione del “Giornale meteorologico economico” (anni venti dell’Ottocento) e dell’Accademia Degli Aspiranti Naturalisti (1841).
Per quanto riguarda la musica, non può mancare Girolamo Melcarne, anche lui nato a Montesardo intorno al 1580, e morto nel 1643 circa. Noto per il «picciolo libretto di balletti» per chitarra, come lo stesso Melcarne lo definisce; l’opera riveste una duplice importanza per lo sviluppo della musica strumentale e da ballo all’inizio del Seicento. Il libro presenta, il primo esempio d’uso in un’opera a stampa dell’intavolatura alfabetica per chitarra, un sistema di notazione di cui il musicista rivendica l’invenzione e della cui novità il frontespizio fa menzione. In secondo luogo, accanto all’alfabeto il libro mette a disposizione del lettore un ampio repertorio di danze e di formule di basso. Per la prima volta in una pubblicazione italiana è fatto riferimento alla ciaccona e alla passacaglia, la prima indicata come un ballo, la seconda al plurale, come è nella fase più remota della sua storia, non come un brano in sé, ma come un «ritornello».