Nato da una famiglia ebrea, aveva patito la fame e abbandonato gli studi di economia per inseguire il sogno di una vita: la recitazione. È morto l’11 gennaio all’età di 97 anni (avrebbe compiuto 98 anni il 24 gennaio). Lui, Arnoldo Foa, una vita durata quasi un secolo che racchiude sogni e patimenti, ma anche coraggio nel perseguire la sua carriera anche con un cognome ebreo piuttosto scomodo per la carriera (pur dichiarandosi ateo) che lo aveva costretto a usare pseudonimi (Puccio Gamma) pur di lavorare. Lui che aveva conosciuto le “leggi razziali”, e lavorato come sostituto di attori malati, in famose compagnie (Cervi-Pagnani-Morelli-Stoppa, Ninchi-Barnabò, Adani-Cimara, Maltagliati-Cimara) collaborando anche con Luchino Visconti. Lo stesso che rincontrerà lavorando nel cinema, e non solo, lavorerà con Orson Welles, Ettore Scola, Damiano Damiani, Alessandro D’Alatri e altri in film come Il processo,Gente di Roma, La febbre, La mano dello straniero,Totò sceicco . Un uomo versatile, che aveva lavorato in noti sceneggiati televisivi che avevo fatto fortuna come La freccia nera, L’isola del Tesoro, Il Giornalino di Gian Burrasca. Arnoldo Foa aveva prestato la sua voce anche per doppiare Anthony Quinn, John Wayne, Peter Ustinov e Kirk Douglas, lavorando anche con Radio Rai conducendo programmi di intrattenimento e informazione. Tra le sue interpretazioni più recenti il monologo di Alessandro Baricco, Novecento, con la regia di Gabriele Vacis, (2003-2005) successo straordinario di pubblico e critica. E lui il Novecento l’ha davvero visto e vissuto, raccontandolo attraverso i suoi personaggi.
Giuseppina Raco