Quando si decide di farsi fare un tatuaggio, è molto improbabile che si pensi nello stesso tempo se in futuro vorremo rimuoverlo.
Dipingere il corpo con tatuaggi è una pratica molto antica. Il tatuaggio rappresentava un simbolo di appartenenza identificazione e di distinzione all’interno di un gruppo. Nel tempo, non solo questa pratica è riuscita a sopravvivere ma ciò che sino a qualche decennio fa era una pratica riservata ad una “certa classe sociale”, oggi è addirittura una vera e propria moda. Ma come spesso accade, per alcune persone le mode passano ed un tatuaggio non viene messo in armadio al pari di un capo di abbigliamento.
Sempre più spesso sono molte le persone che desiderano cancellare tatuaggi diventati imbarazzanti, scomodi brutti a causa di modificazioni nel colore e nella forma. Oggi grazie alle tecnologie laser sempre in continua evoluzione, la rimozione dei tatuaggi è migliorata sebbene all’ inizio i laser utilizzati non solo non garantivano risultati soddisfacenti ma addirittura arrecavano danni alla pelle anche permanenti. Attualmente i risultati della rimozione dei tatuaggi con l’impiego del laser Q-switch sono migliorati notevolmente. Ma anche il LASER Q-switch non è una gomma o una bacchetta magica.
Quando ci si fa tatuare, il pigmento introdotto dal tatuatore, non rimane nell’epidermide ma migra nel derma profondo dove viene “catturato” da speciale cellule, i macrofagi, che lo inglobano e lo rendono più o meno stabile a seconda della tipologia di pigmento utilizzato. Esistono anche i tatuaggi cosiddetti temporanei, che utilizzano coloranti naturali, tra cui il più diffuso è sicuramente l’hennè, e che durano normalmente da qualche giorno a qualche settimana. I tatuaggi semi-permanenti invece, hanno una durata da sei mesi a due anni; si tratta di tatuaggi che vengono per lo più impiegati per marcare le sopracciglia e il contorno delle labbra e degli occhi. In questi ultimi l’attenuazione e la successiva scomparsa del colore si verifica nel tempo come conseguenza del fisiologico turnover degli strati cellulari della pelle.
I primi tentativi di rimozione tatuaggi furono eseguiti da Aetius, un medico greco che descrisse nel 543 A.C. una metodica che prevedeva l’utilizzo di sale (salabrasione). Da allora sono state studiate varie tecniche per la rimozione tatuaggi come l’escissione chirurgica cutanea diretta o parziale, la crioterapia, la dermoabrasione, la cauterizzazione, la coagulazione ad infrarossi e l’ablazione con laser CO2; famoso era il metodo francese, basato sulla introduzione di acido tannico e nitrato d’argento. Tutte queste metodiche comunque prevedevano la distruzione, chimica o fisica più o meno cruenta effettuata in modo rozzo o più o meno apparentemente raffinato, dello strato cutaneo interessato in modo che i pigmenti potessero spostarsi verso la superficie cutanea ed essere asportati subito e/o successivamente
Sebbene molti incoscienti e ignoranti, medici e non medici, ancora oggi utilizzino tali metodiche, solo veri medici professionisti utilizzano il laser Q-switched per rimuovere la maggior parte dei tatuaggi senza il rischio di creare danni alla pelle.
Questo laser agisce emettendo una luce ad impulsi molto potenti (dell’ordine di MegaWatt) di brevissima durata, inferiore ai 10 ns, con lo scopo di far esplodere il pigmento concentrato nelle cellule, di liberarlo e lasciare che dopo l’assorbimento nei tessuti venga eliminato dall’organismo tramite il sistema linfatico. L’emissione del fascio laser in tempi così brevi permette di confinare l’effetto termico al solo bersaglio da colpire, salvaguardando i tessuti circostanti. Il laser q-swicth crea sul pigmento bersaglio un effetto detto foto-acustico che “frantuma” la cellula contenente il pigmento colorato al pari di un piccolissimo ma pesantissimo martello che colpisce un sassolino.
Il laser utilizzato oltre ad essere q-switch deve avere anche la caratteristica di disporre di più lunghezze d’onda in quanto i diversi colori dei tatuaggi sono sensibili a lunghezze d’onda diverse.(ci vorrà una lunghezza per il rosso, una per il blu..ecc). L’assenza di effetti termici garantisce l’assenza di cicatrici.
Rimuovere un tatuaggio con il laser q-switch in linea di massima non è tanto doloroso. L’intervento si svolge generalmente senza anestesia: il dolore, infatti, non è molto acuto (dipende sempre dal grado di sopportabilità personale) ed è paragonabile a un colpo di elastico sulla pelle. Tuttavia l’applicazione della luce laser (soprattutto la lunghezza 1064 nm per i tatuaggi neri e blu) può creare lieve disagio ed è quindi consigliabile, l’applicazione di una crema anestetica sulla sede da trattare da qualche ora prima.
Non ci sono dei limiti di dimensioni per i tatuaggi da rimuovere se non il tempo delle singole sedute e non il numero delle stesse.
Per potersi sottoporre a un intervento laser di rimozione dei tatuaggi occorre ricorrere a un medico esperto e competente, il quale, durante le visite, valuta tutto il caso e decide come intervenire. Non è possibile prevedere purtroppo il numero delle sedute se non in maniera approssimativa; tutto ciò dipende da numerose variabili quali la tipologia del pigmento; la profondità e l’uniformità della localizzazione del pigmento l’età del tatuaggio; la risposta alla luce laser. Normalmente occorrono dalle tre alla sei sedute; ma per una rimozione completa potrebbero essere necessarie anche di più. Con le prime sedute si ottengono generalmente buoni risultati ma non completi. I trattamenti si possono prolungare maggiormente in caso di tatuaggio professionale colorato. Le diverse sedute si svolgono a intervalli di 6 settimane circa l’una dall’altra, in base ai tempi di guarigione del paziente. Dopo l’ultima seduta, inoltre, è normale notare una leggera ombra sottocutanea che tende a scomparire naturalmente nelle settimane successive all’intervento. Qualche volta il tatuaggio rimosso può lasciare un’area cutanea di colore più chiaro dell’epidermide: effetto “ghost”.
Dopo il trattamento laser per la rimozione dei tatuaggi è normale notare gonfiore e piccole croste nell’area trattata: tali situazioni tendono a scomparire autonomamente nei giorni successivi senza, comunque, lasciare cicatrici.
Dott. Paolo Di Lernia
Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica
Esiste una nuova tecnologia israeliana che rimuove i tatuaggi tinta unita e multicolor. Si chiama TES ed è stata presentata al congresso SIES di Bologna….
Visita il SIto http://www.rimuovitattoo.it oppure http://www.tattooerasersystem.com
il metodo Tatoo Eraser Sistem (T.E.S.)
si basa sull iniezione attraverso aghi nell’ area da trattare di una soluzione di acido acetilsalicilico.
Lo studio non e’ così nuovo come la commercializzazione del kit. Anche i promoters consigliano di affiancarlo al laser.
Personalmente non lo utilizzerei poiché inutilmente invasivo e poi che cosa accadrebbe dopo utilizzo in persone allergiche al acido acetilsalicilico che non sanno di esserlo? Oltre a gravi danni cutanei anche possibile shock anafilattico.
A tal proposito sconsiglio vivamente di sottoporsi a tale metodica.
Da quel che scrive si evince che nn conosce la metodica….. nn esistono promoter e la sua sommaria e sbagliata spiegazione spiega perchè viene ancora utilizzato il laser….. per i colori come fate?
visiata il sito http://www.rimuovitatto.it
Gentile signore questo non è un sito professionale e i concetti devono essere espressi in modo facilmente comprensibile a tutti. Comunque sia la tecnica è quella e inoltre quando avrà venti anni di medicina e più di dieci anni di chirurgia plastica e di utilizzo di laser alle spalle forse potrà avere titolo per esprimere un giudizio medico.
Dott. Paolo Di Lernia