È uscito nelle sale il 28 febbraio Upside down, l’ultimo film del regista argentino Juan Solanas. Ambientato tra due mondi fantastici capovolti e sorretti da diverse leggi gravitazionali, presenti gli archetipi del romanzo epico: l’uomo che vuole conoscere i confini e oltrepassare le barriere del mondo conosciuto, l’amore impossibile, l’avventura e il pericolo. Presenta risvolti alla romeo e giulietta in un ambiente fantascientifico. Due mondi capovolti e paralleli sorretti da tre leggi fondamentali: tutta la materia è attratta dal centro di gravità del pianeta da cui proviene, il peso del corpo può essere controbilanciato dalla materia “inversa” del mondo opposto e dopo il lasso di tempo di un’ora il corpo proveniente dal pianeta opposto dà origine a combustione. Ma il mondo di spora è ricco e prospero e sfrutta l’energia del mondo di sotto rivenduta a prezzi esorbitanti, il mondo di sotto è povero, degradato e senza speranze. Unico raccordo tra i due mondi è la società TransWorld creata dal mondo di sopra. La giovane Eden (Kirsten Dunst) del “mondo di sopra” incontra Adam (Jim Sturgess) del “pianeta di sotto”. I due si incontrano furtivamente poiché le leggi dei loro pianeti vietano incontri tra gli abitanti dei mondi separati. I due si innamorano ma vengono ben presto separati dalla polizia di frontiera. Nella fuga Eden subisce un incidente e i due non si rivedranno più. Gli anni trascorrono e Adam vive con il ricordo di Eden fino a quando apprende dalla tv che la ragazza è viva e lavora a TransWorld. Tutta la dinamica successiva si incentra coi tentativi di Adam di rincontrare la giovane che purtroppo ha perso la memoria. L’espediente risolutore sarà una crema di ringiovanimento brevettata da Adam che gli consentirà di entrare a TransWorld nel piano zero, unico accesso per gli abitanti del mondo di sotto. Una logica di denaro, potere, sfruttamento di TransWorld impedirà ai due di riavvicinarsi serenamente che saranno costretti a fuggire. Ma durante la fuga è di nuovo la polizia di frontiera ad arrestare Eden e Adam deve ritornare nel suo mondo. Un finale forse atteso, ma che come un “deus ex machina” porta una soluzione alle continue capitolazioni dei due protagonisti e all’incompatibilità delle loro materie inverse, in un modo che lascerà senza parole gli spettatori. Per chi ama il genere struggente la visione sarà gradita, meritevoli le ambientazioni metafisiche che si perdono a vista d’occhio e rendono suggestivo il contrasto tra “finito” e “infinito”.
Giusy Raco